LE VECCHIE TRADIZIONI CONTADINE RIVIVONO A VIGLIANO CON IL RITO DEL CANTÈ J’EUV
Come ogni anno nelle settimane precedenti la Pasqua gli inossidabili “cantur” e “sunadur” della Pro Loco di Vigliano d’Asti riproporrranno l’antica tradizione del canto delle uova, animando i cortili del paese con i ritornelli tipici del “CANTE’ J’EUV” per far rivivere la gioia della convivialità di un tempo e per augurare Buona Pasqua ai Viglianesi.
Il “Cantare le uova” è una questua del periodo quaresimale che affonda le radici nel territorio piemontese, quando nei tempi passati gruppi di giovani, si univano e peregrinavano durante la notte, di cascina in cascina, intonando il canto della questua delle uova che sarebbero servite per cucinare, il giorno di Pasquetta, una grande frittata ed altre golosità. L’andare di cascina in cascina a cantare e ballare rappresentava un’occasione irripetibile, di corteggiare le giovani donzelle. Gli abitanti delle cascine, svegliati dalla musica e dai canti, uscivano di casa e regalavano secondo la loro disponibilità un certo numero di uova dopodiché i cantori si allontanano non prima di aver ringraziato i donatori. Qualora gli abitanti dei casolari visitati non avessero aperto la porta ed offerto alcunché, sarebbero stati fatti oggetto degli strali che la stessa cantilena prevede in questi casi. La canzone era una specie di filastrocca in dialetto piemontese in cui si invitava il padrone di casa a uscire e consegnare un po’ di uova con strofe “pronte all’uso” da adattare alla famiglia presso la quale si cantava (una buona parola per il padrone di casa, un complimento per la padrona e per le belle figlie), a cui seguivano le strofe benaugurali per la salute delle persone e delle bestie della cascina, la prosperità dei raccolti e l’arrivederci al prossimo anno.
Il gruppo della nostra Pro Loco da più di trent’anni ripropone ogni anno l’antico rito: l’allegra brigata si propone con spirito folcloristico e sincero girando di cortile in cortile, per le frazioni ed il paese, animando in questo modo serate piacevoli in cui si riscopre il piacere di stare insieme con musica, balli e golosità!
Sette appuntamenti in paese e nelle frazioni per augurare salute e serenità ai compaesani; I bimbi aspettano incuriositi, gli anziani rivivono la loro gioventù.
In una delle serate, da alcuni anni l’allegra compagnia è accompagnata dai bambini della scuola, dai loro genitori e dalle maestre, un bel gruppo festoso che anima le vie del paese, solitamente silenziose e deserte.
L’impegno di sette sere trascorse suonando e cantando è notevole, ma la passione e la costanza del gruppo dei cantori si fondono con le note dei musicanti ed invitano la gente a spalancare le porte di casa per far entrare il gruppo che in musica richiede “una bottiglia in grazia”.
La generosità dei “padroni di casa” è encomiabile, in ogni cortile una stretta di mano, un augurio, pasticcini e bevande per dissetare le ugole, una promessa di arrivederci al prossimo anno.