A Vigliano d’Asti Cantè j’euv: la tradizione diventa una tesi di laurea.
Quella di Vigliano è una delle comunità astigiane che da lungo tempo ha tenuto in vita l’antica tradizione pasquale del Canto delle uova, lo spontaneismo dell'andare per cascine, cantando e facendo festa, raccogliendo le uova per una grande frittata da consumare in allegria a Pasquetta. Solo la pandemia ha bloccato negli ultimi due anni lo svolgimento della manifestazione che la Pro loco di Vigliano porta avanti da più di trent’anni.
Ma il sodalizio viglianese non si è perso d’animo e ha trovato il modo di salvaguardare la memoria storica della bella tradizione contadina anche in un momento di chiusura e di difficoltà: lo scorso anno ha collaborato con la dottoressa Francesca Targa di Valle Mosso (BI)
che ha ottenuto la sua laurea in Scienze dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Milano proprio con una tesi sulla tradizione del “Cantè J’euv, dal titolo “Il Canto Delle Uova in Area Piemontese tra Tradizione e Attualità”.
La Tesi ripercorre la storia di questa tradizione viglianese, oggi gestita dalla Pro Loco, recuperando nomi, date e fatti dalla viva parola dei protagonisti. Grazie soprattutto a incontri e interviste fatte ai volontari della Pro Loco, la ricercatrice ha ricostruito tempi e personaggi. Ha confrontato tradizioni ed esaminato le figure fisse, le maschere come il “fraticel”, i segni distintivi come il cappello, il bastone, il mantello. Ha inquadrato la tradizione di Vigliano d’Asti nel più ampio movimento di recupero piemontese. Ha ripercorso le iniziative fatte, ha trascritto il testo della canzone che “sunadur” e “cantur” intonano per le vie del borgo, o lungo le strade che conducono alle cascine. La lettura della tesi permette di cogliere tutta una serie di aspetti positivi: il lavoro volontario e il piacere di stare insieme che le Pro Loco esprimono; il mantenimento della propria identità paesana di fronte all’omologazione della modernità; la ricchezza del patrimonio immateriale delle terre piemontesi… Si tratta poi di un’opera esaustiva che eterna nomi e scelte fatte da altrimenti sconosciuti protagonisti di questa piccola ma vivace comunità. Racconto di un tempo che fu, ma che è ancora. E sembra di sentirli cantare “Da casa nostra giunti qui noi siamo/per augurarvi miglior felicità”.